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Cantina Cordero di Montezemolo – Chef Luigi Taglienti

Lunedì 1° Maggio 2023

Dalle 16.00 alle 19.00

La Morra

Prezzo: € 45

Visita alla Cantina della Cantina Cordero di Montezemolo.

Al termine del tour potrai gustare un aperitivo preparato dallo chef Luigi Taglienti.

La visita comprende:
– Trasferimento andata e ritorno in navetta con partenza da Alba (Piazza Medford, 3 – Palazzo Mostre e Congressi “G. Morra”). Partenza ore 16.00, ritorno ore 19.00 circa
– Aperitivo con lo chef
– Visita guidata in cantina


LA CANTINA
CANTINA CORDERO DI MONTEZEMOLO 

Nel 1800 i componenti del ramo dei Falletti di Rodello, La Morra, Serralunga e Borgomale permutarono parte delle loro proprietà collinari con altre proprietà nella irrigua e fertile pianura che si estende fra Savigliano e Saluzzo; mantennero nell’albese alcuni possedimenti perché erano facilmente coltivabili, mentre per le loro mense, gelosamente serbarono il monfalletto da essi reputato il loro più pregiato fondo a vocazione viticola. Il vino ivi prodotto serviva la mensa dei proprietari, degli abitanti del luogo e molto probabilmente era venduto a consumatori dei paesi circostanti. Le prime vinificazioni volte ad una vendita in zone più ampie avvennero verso il 1830-1840 ad opera di Giacinto Massimiliano Falletti e furono proseguite da suo figlio Costanzo e soprattutto dalla di lui vedova Eulalia Dalla Chiesa di Cervignasco. Essa ampliò vigneti e cantine, ed incrementò le vendite pur sempre modeste perché avvenivano nel ristretto limite dei domini di casa Savoia o poco oltre. L’opera fu proseguita dall’unica figlia Luisa Falletti. La Contessa Luisa Falletti partorì oltre ad un figlio (morto fanciullo) due figlie. Una di queste, Maria Lydia, sposò nel 1918 il Tenente di Vascello della Reale Marina Italiana Paolo Cordero di Montezemolo, ed essi, a loro volta, ebbero un unico figlio (1920) anch’egli di nome Paolo. La sorte volle che i due giovani genitori morirono nel giro di poco tempo. Pertanto, alla scomparsa di Maria Lydia, le proprietà spettanti ad essa passarono direttamente al figlio Paolo, che crebbe sotto le ali della nonna Luisa Falletti. Con la morte di Luisa, avvenuta nel 1941, terminò la dinastia dei Falletti di La Morra e suo nipote Paolo rimase, all’età di 21 anni, unico erede; la passione per il colle del Monfalletto però perpetuò e pulsò ancor più forte nelle sue vene infatti, già da giovanissimo, coadiuvava la nonna nella gestione del fondo con spirito attento e desideroso di conoscere e di migliorare le sue terre che, proprio negli anni avvenire, conobbero importanti opere di riqualificazione ancora oggi presenti. La famiglia Cordero di Montezemolo è originaria di Mondovì. Si deve a Baldassare la nascita e lo sviluppo dell’arte grafica negli stati sabaudi; nel 1472 insieme ad Antonio Mathias di Anversa pubblicò due edizioni dell’opera di S.Antonio “De Istitutione Confessorum” che furono le prime due stampe realizzate in Piemonte. La famiglia dei Marchesi Cordero di Montezemolo è una delle più numerose famiglie aristocratiche piemontesi e molteplici furono i Montezemolo che, in passato, quali militari e diplomatici si distinsero per devozione e fedeltà alla allora regnante Casa di Savoia; il motto della famiglia “Honneur et Fidélité” ricorda questo loro costante impegno. Ancora oggi, sotto la guida di Elena ed Alberto Cordero di Montezemolo, dopo 19 generazioni, la tradizione di famiglia continua ad impegnarsi per questa terra al fine di garantire e donare alla futura generazione i medesimi valori di cui va fiera.


LO CHEF

Come si racconta lo chef: “Sono ligure, di nascita e di fatto, ma la mia famiglia ha origini variegate che coprono gran parte di questo paese meraviglioso che è l’Italia. Molto presto e romanticamente capii che sarei diventato un cuoco.”

“I grandi chef italiani mi hanno trasmesso l’amore per la materia prima, i grandi chef francesi l’importanza di saperla trasformare e le tecniche di base classiche, i grandi chef spagnoli, nordici e sud americani l’importanza che si può e deve osare tutto in cucina, basta possedere delle idee e delle intuizioni importanti, mettendosi in gioco e definendo un proprio stile, riconoscibile e inimitabile. La mia cucina si basa sull’intuizione, sulla sensibilità e capacità di leggere la materia prima con l’aggiunta dell’utilizzo della tecnica per arrivare a un’idea finale, mai per concepirla. La mia offerta è in grado di rivolgersi a un pubblico trasversale, dalla persona curiosa e desiderosa di imparare e conoscere l’alta cucina, al più esperto critico eno-gastronomico, lavorando su 4 stili di cucina diversissimi seppur estremamente coerenti tra loro. I miei piatti nascono dall’istinto, vengono fuori già immaginati in qualche posto e con una storia da raccontare. È un processo creativo che intreccia tutta la mia storia e tutta la mia passione per questo lavoro. Tradizione, modernità, leggerezza e territorio sono i veri ingredienti della mia cucina. Non immagino solo piatti per essere gustati. Senza correre rischi, il mio lavoro e i miei progetti non potrebbero evolvere e le idee inevitabilmente si deteriorerebbero. Ogni tanto sento che devo osare, per esplorare nuovi sentieri che talvolta mi portano a fare esperienze bellissime o a manifestare quello che le persone riconoscono come nuovo.”


IO LUIGI TAGLIENTI – PIACENZA
GIÀ * STELLA MICHELIN

MENU APERITIVO

Asparagi verdi, giardino marino

Risotto profumato al limone, erbe, spremuta di granchio

Spigola di cattura come un Thermidor moderno

Budino soffiato alla vaniglia, frutto della passione

 

Il menù è studiato appositamente per l’evento e non sono possibili variazioni.